venerdì 7 dicembre 2012

In famiglia a Barbiana 7-9 dicembre

  1. Cercasi un fine onesto, grande, giusto

Cercasi fine onesto.
Cercasi un fine.
Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei.

Cercasi fine ultimo
Il fine giusto è dedicarsi al prossimo.
E  in questo secolo come vuole amare se non con la  politica o col sindacato o con la scuola?
Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte.
Contro i classisti che siete voi, contro l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali
(Lettera a una professoressa)

Come può la scuola testimoniare l’amore al prossimo e preparare i ragazzi a dedicarsi al prossimo?
Come il lavoro può essere testimonianza di amore al prossimo?
C’è qualche nostro atteggiamento verso la scuola o gli amici dei nostri figli che potremmo migliorare?
E nel lavoro?

 

2. Giustizia è essere  uguali. Le pari opportunità

Fine immediato
Ma questo è solo il fine ultimo da ricordarsi ogni  tanto.
 Quello immediato da ricordarsi minuto per minuto è d’intendere gli altri e farsi intendere.

 Finchè il povero  conosce 100 parole e il ricco 1000, il povero resterà sempre schiavo. Diamo anche ai poveri mille parole e, siccome il diritto è dalla loro parte, la ragione se la sapranno fare.”

Sovrani
Perché è solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui.
 (Lettera a una professoressa)

La scuola che boccia è come un ospedale che cura i sani e trascura i malati

Art. 3 Costituzione
 ( Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.)
Condivisione:
Cosa significa che la lingua rende “ uguali”?
Chi sono i “barbianesi” di oggi? Quali pari opportunità realistiche possono o potrebbero trovare a scuola?
Come la scuola può favorire l’uguaglianza rispettando le diversità?

3. L’obbedienza non è più una virtù






 

Lettera ai giudici

 Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è più ormai una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.
 A questo patto l'umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico”.
La scuola siede tra il passato e il futuro e deve      averli            presenti entrambi. E' l'arte delicata di condurre i ragazzi sul filo del rasoio: da un lato formare il senso della legalità, dall'altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico ...

4. Educare ad una società migliore

 E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che vedranno chiare domani”

  

5. I care

“Dovevo ben insegnare come  il cittadino reagisce all’ingiustizia  […]. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto.
Su una parte della nostra scuola c’è scritto grande: “I care”. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa, mi sta a cuore”. E’ l’esatto contrario del motto fascista “ Me ne frego”.

 

 

 

 

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